sabato 15 agosto 2015

Il regno dove si balla e si canta

C'era una volta una principessa.
Si chiamava Anna.
Era la più bella principessa di tutto il mondo ma questa bellezza si poteva vedere solo quando Anna sorrideva.

Purtroppo però la principessa non sorrideva quasi mai. Era la principessa più bella del mondo ma anche la più triste del mondo.

Il re aveva provato in tutti i modi a farla sorridere. Aveva speso i suoi soldi in giochi, giocolieri, e giullari.
Niente al mondo sembrava riuscisse a far sorridere la principessa Anna e la sua bellezza sembrava sfiorire ogni giorno di più.

Il re aveva quasi speso tutti i suoi soldi per provare a far sorridere la principessa.

Ormai aveva quasi perso la speranza di rivederla bella e sorridente.

Un giorno passò sotto il castello un principe bellissimo.
Il principe Paolo aveva sentito di una principessa bellissima che nessuno riusciva a far sorridere.
Decise che avrebbe provato con il suo fascino a far sorridere di gioia la principessa.

Bussò alle porte del castello.
Il grande portone si aprì ed entrò nel castello con il suo meraviglioso cavallo bianco.

In pochi minuti si era sparsa la voce in ogni sala del castello che il bellissimo principe Paolo era arrivato a castello per far sorridere la principessa.

Il re fu contento di questa visita inaspettata, anche perché il principe era molto ricco, mentre il re era ormai al limite della povertà.

Diedero una grande festa in onore del principe.
Tutti erano bellissimi.
Per l'occasione venne chiamata anche un'orchestra per accompagnare il ballo.
Quando la principessa entrò nel salone della festa, la musica iniziò, il principe le andò incontro e, avvenne una magia, la principessa iniziò a sorridere.

Il principe,  il re e tutti, pensarono che fosse stata la vista del principe a fare il miracolo.

Il principe la invitò a ballare e, come per magia, la principessa continuò a sorridere e la sua bellezza a risplendere.

Quando il ballo terminò il sorriso della principessa si spense.
Il principe non capiva.
Tutti rimasero delusi.

Non era il principe a far sorridere la principessa.

Allora il principe offeso, corse fuori dal salone, prese il suo cavallo è partì correndo lontano.

Il re per diminuire la tensione e la delusione chiese all'orchestra di riprendere a suonare.

Un giovane servitore, Francesco, si accorse che la principessa stava nuovamente sorridendo e sembrava felice.
Il servitore era segretamente innamorato della principessa ma, cosa ci poteva fare, lui era solo un povero servo e non poteva certo ambire a sposare la principessa.

La festa terminò e tutti tornarono alla propria vita e la principessa alla sua tristezza.

Il giorno dopo Francesco passò nel giardino dove Anna faceva le sue passeggiate e si mise a cantare:"canto una canzone per far felice la mia principessa. Se lei vorrà potrà cantare con me".

La principessa estasiata da quella voce e musica si mise a sorridere, ballare e cantare:"grazie per la musica e questa canzone che stai cantando...".

La principessa ballava felice e sorrideva in tutta la sua bellezza.

Appena però Francesco se ne andò via, la principessa smise di sorridere.

Francesco tornò il giorno dopo e nei giorni successivi e la storia si ripeteva.

Francesco era sempre più innamorato di Anna ed era contento di farla felice.

Anche Anna aveva iniziato a sentire nostalgia di quel giovane e della gioia che provava quando cantava per lei.

Francesco voleva parlare con il re e provare a chiedere in sposa la bella Anna.
L'avrebbe resa felice ogni giorno.
Si fece coraggio ed andò a parlare con il re.

"Sire - disse Francesco - la bella principessa Anna è triste perché non c'è musica nella sua vita.
Anna ha bisogno di ballare e di sentirsi libera di muoversi tra le note della musica.
L'ho osservata e solo la musica può renderla una persona felice".

Il re non volle credere ad un servo che si credeva più esperto di medici e sapienti.

La principessa ricadde nel silenzio e nella tristezza.

Francesco che non sopportava di vederla triste, non appena poteva, andava sotto le sue finestre per cantare per lei.

Dalla finestra la vedeva poi ballare e sorridere felice.

Povero Francesco, non poteva tutto il giorno stare lì a cantare per la principessa, per cui decise di pagare  dei musicisti per suonare ogni giorno sotto le finestre della principessa.

Cosi fece e da allora la principessa fu felice e sorridente.

Ogni giorno la principessa era felice ma Francesco sempre più povero perché doveva pagare i musicisti per la principessa.

Il re notò la felicità della figlia e chiese ai suoi soldati di indagare su quella piccola orchestra che suonava ogni giorno sotto la finestra della principessa.

I soldati scoprirono che l'ormai povero Francesco aveva usato tutti i suoi soldi per far sorridere la principessa Anna di cui era tanto innamorato.

Tornarono dal re e gli riferirono tutto.

Il re si pentì di non aver ascoltato il giovane Francesco.

Lo mandò a chiamare per ringraziarlo.
Il giovane Francesco si fece coraggio e disse:"Sire io sono innamorato di sua figlia. Prometto di provare a farla felice ogni giorno della mia vita.
Se non avrò più soldi per un orchestra, canterò per lei".

Il re si commosse di fronte a tanto amore e acconsentì alle nozze, sempre che la principessa lo avesse voluto come sposo.

Il principe fece la sua dichiarazione d'amore alla principessa, cantando.

La principessa, ormai segretamente innamorata, fu felice di accettare la proposta del servitore Francesco.

Il re decise che nel suo regno ogni giorno ci sarebbe stata musica e ballo.
Questo per far felice la sua principessa ma anche il suo popolo.

Purtroppo però sia il re che Francesco erano diventati poveri, non potevano pagare i musicisti ogni giorno.

Alla principessa venne un'idea e disse:"organizziamo delle feste e facciamo in modo che la gente di ogni reame venga qui alle feste e paghi per entrare".

Fu un'idea fantastica.
Gente da ogni paese accorse per godere del regno dove ogni giorno c'è musica e si balla, e per vedere la bellezza della principessa felice ed innamorata.

Francesco ed Anna si sposarono tra canti, balli e felicità in tutto il regno.

E vissero felici e contenti.

Fine

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